Due giorni alla scoperta della Val di Rezzalo, Corno di Boero e Monte Sobretta.
Ampie vallate e alte vette a contorno di due giorni di cammino con passaggio da Profa Alta e Bocca di Profa.
Monte Sobretta, vederlo costantemente e ammirare i suoi versanti.
Quello che sto per descrivere è uno dei più appaganti trekking svolti durante il 2020, un itinerario ad anello che vi permetterà di ammirare il Monte Sobretta in tutti i suoi versanti in quanto l’anello di 35 km da affrontare in due giorni percorre il suo periplo
3296 metri di altezza che dominano le valli che dall’alto controlla. Visibile per molti tratti di questo itinerario e luogo di rifugio per grandi rapaci e del mitico Gipeto che sta tornando a popolare il Parco Nazionale dello Stelvio.
Partenza da Santa Caterina Valfurva si sale verso Ponte dell’Alpe.
L’itinerario può essere percorso in senso orario o antiorario con accesso da diversi punti. Nel mio caso, e del gruppo di aspiranti Accompagnatori di Media Montagna, la partenza è stata fissata dall’hotel dove eravamo ospiti in quel di Santa Caterina di Valfurva.
Il trekking inizia lasciandoci alle spalle l’abitato dirigendoci verso Sud-Est per giungere nei pressi dell’imbocco del Sentiero La Romantica che conduce al Dosso Tresero.
Qui per mezzo di un pratico e comodo sentiero si seguono le indicazioni per il Ponte dell’Alpe, si raggiunge dopo circa due km e mezzo con pendenza costante la località Ponte delle Vacche a quota 2000 metri circa.
Si resta quindi protetti all’interno di un bosco di conifere, si risale il sentiero stretto ma sempre di facile percorrenza e scavalcando un guard-rail si arriva al Ponte dell’Alpe dove si fiancheggia per qualche metro la strada che conduce al Passo Gavia.
I magici paesaggi della Val di Rezzalo.
Ponte dell’Alpe, si sale su largo sentiero fino a raggiungere i circa 2400 mslm dove dal Passo dell’Alpe si apre lo sguardo verso la lunga e immensa Val di Rezzalo.
Sulla nostra destra il massiccio del Monte Sobretta che ci farà compagnia per molte ore, il tempo necessario a percorre l’intera valle mantenendoci però in quota senza seguire il torrente che discende verso la Valtellina.
“Val di Rezzalo vista dall’alto”
Si raggiungono quindi le Baite Tegiacco e con un lungo traverso su prati si raggiunge Clevio (2176 mslm) per poi giungere fino alla località Pollare.
L’ampiezza degli spazi e l’assenza di alberi e boschi permette di avanzare a vista, seguendo quelle che a tratti sono tracce e a tratti pascoli. Non abbiate timore individuate i vostri punti di riferimento e congiungeteli con lo sguardo fino a raggiungerli.
Camminando al cospetto del Corno di Boero.
Giunti nei pressi di Pollare si risale di circa 200 metri per fare tappa al lago di Pollare a 2456 metri, di fronte a voi il Corno di Boero blocca la visuale e obbliga un passaggio verso Sud per poi aggirare l’interno massiccio passando dalla Costa delle Guerce.
Qui si consiglia di non seguire il sentiero che interrotto da una frana rocciosa in costante movimento rende difficoltoso il passaggio, dovrete discendere e passare più sotto per evitare momenti poco piacevoli su rocce instabili dalle dimensioni grandi come Suv.
“Paura pranzo e racconti della valle con Adriano Greco”
In questi tratti se sarete fortunati potrete avere incontrare il Manaro, pastore che vive da oltre 35 anni in solitaria nella sua baita circondato dalle sue capre.
Parla solo il dialetto della zona ma in qualche modo riuscirete a comunicare con lui anche solo per un saluto o qualche consiglio. Grande conoscitore della Val di Rezzalo, dei borghi di fondo valle e custode di storie locali.
Lungo il sentiero 537 fino alle Baite di Boero di sopra
Circa quattro chilometri di sentiero che costeggia il massiccio del Corno di Boero, si lascia quindi alle spalle la Val di Rezzalo e lo sguardo si lancia verso il Fiume Adda e la Valtellina.
Si torna a camminare all’interno di boschi mantenendo la quota di 2000 metri fino a giungere alle Baite di Boero di Sopra.
“Alpe Boero”
Qui un fontanile vi permetterà di recuperare acqua fresca, la vista da questa terrazza naturale vi darà l’energia per affrontare gli ultimi chilometri che vi condurranno fino al termine di questa prima giornata di camminata.
Profa Alta, borgo magico per la sosta notturna
Dalle Baite di Boero Sopra si segue il sentiero 518 che in un paio di chilometri permette di raggiungere Profa Alta.
Cavalli, vacche, capre e maiali gironzolano liberi nei pascoli che circondano l’antico Borgo di Profa Alta.
“Nei pressi di Profa Alta”
Un gruppo di baite da vita a questo luogo dove il tempo pare essersi fermato e dove Dado con passione e dedizione continua a portare avanti antiche tradizioni legate al pascolo e all’arte casearia.
Proprio qui troviamo ricovero per la notte, ospiti di Dado.
“Mangiare e bere sempre”
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Da Profa Alta all’Alpe di Profa cosi inizia il secondo giorno.
Se il primo giorno del Trekking vi ha lasciato un pò di stanchezza nelle gambe nessun problema perché l’itinerario continua fortunatamente con un segmento di collegamento più corto e con un dislivello minore.
La sveglia alle prime ore del mattino vi permetterà di ammirare la quotidianità di chi tiene viva la località di Profa Alta. Attività dettate dal ritmo della natura e dagli animali da pascolo curati amorevolmente da Dado.
“Buongiorno”
Il tragitto riparte quindi seguendo direzione Est dove in pochi metri si “intercetta” il sentiero 518 che conduce all’interno del bosco ai piedi dell’imponente Cima di Profa Alta (2911 mslm).
Giunti nei pressi di un torrente lo si oltrepassa cercando il passaggio più adatto e si continua quindi sul sentiero fino a giungere al bivio per Medac. Qui si tiene una direzione Nord-Est seguendo il sentiero che lentamente guadagna quota fino a giungere nei pressi dell’Alpe di Profa a 2310 metri circa.
Nebbie e paesaggi selvaggi verso la Bocchetta di Profa.
Giunti all’Alpe di Profa un piccolo caseggiato adibito a ristoro per pastori vi darà il benvenuto. Alle sue spalle si aprirà un ampio pianoro che vi condurrà ai piedi di una parete rocciosa.
Qui il sentiero svolterà verso destra e in poco tempo vi farà guadagnare quota fino a giungere a 2500 metri circa. L’ambiente cambierà nuovamente, qui se sarete fortunati potrete vedere stambecchi e altri animali selvatici.
“Alpe di Profa vista verso la Valtellina”
Superato questo tratto in salita una seconda zona pianeggiante ospita tre laghetti, il più grande e caratteristico è il Lago delle Tre Mote (2591 mslm). La meta di questo itinerario si rende sempre più concreta. La Bocchetta di Profa è ora ben visibile.
“Laghetti Stelu e Nebbia”
Superati i laghetti mancheranno solo 100 metri di dislivello per raggiungere la Bocchetta di Profa che aprirà lo sguardo verso le alte montagne con circondano Bormio.
Deviazione verso I bei Laghetti e poi discesa in fuori sentiero.
Giunti alla Bocchetta di Profa consiglio di affrontare l’ultimo dislivello per giungere nei pressi di I Bei Laghetti.
“Bocchetta di Profa avvolta nella nebbia”
Il nome ovviamente parla chiaro e per questo reputo obbligatorio allungare di qualche centinaio di metri l’itinerario per giungere in questo luogo situato a Sud del Monte Vallecetta
Seguendo comodamente il sentiero 541 si giunge quindi in pochi minuti in questo luogo magico (2750 mslm circa).
“I Bei Laghetti o Caraibi?”
La pausa è meritata, una lettura delle cartina e via verso la ricerca del sentiero 518 che discende verso la Baita dei Pastori. L’ampiezza degli spazi, l’ottima visibilità permette di sperimentare un po’ le vostre competenze di orientamento.
Discendendo in direzione Est andrete a intersecare il sentiero che vi permetterà di ripercorre tutta la valle con una vista speciale su quel che resta del Ghiacciaio del Monte Sobretta.
Verso Santa Caterina Valfurva passando da Monti di Sclanera
Il sentiero scende tra pascoli e con pendenza regolare fino a giungere nei pressi della Baita dei Pastori, qui si svolta verso destra seguendo il sentiero 253 (2300 mslm circa).
“Cavalli al pascolo nei pressi della Baita del Pastore”
Camminiamo ai piedi della parete Nord del Monte Sobretta che ci osserva dall’alto, lo aggiriamo mentre davanti a noi il Monte Cristallo definisce il confine tra Lombardia e Trentino Alto Adige.
Si continua quindi a camminare seguendo il sentiero 253 che nel frattempo ci avrà fatto perdere di quota e ci condurrà nei pressi dell’Alpe Sclanera. Una nuova visuale e un nuovo punto panoramico che vi catapulterà verso la valle dei Forni e il Monte Cevedale.
“Alpe Sclanera”
Orami Santa Caterina Valfurva si trova a meno di due chilometri di cammino, si discende nel bosco fino a giungere al Ponte dei Sospiri e quindi entrare nell’abitato che per mezzo di strada asfaltata vi condurrà al punto di partenza.
Consigli utili per affrontare questa due giorni.
Un itinerario come questo vi obbliga a pianificare e monitorare molto bene i fattori che potrebbero compromettere la vostra esperienza.
Un occhio sempre puntato al Meteo che dovrà essere dei migliori per i due giorni vista l’assenza di punti di appoggio se non una volta giunti nei pressi di Boero o Profa Alta (vie di fuga in Val di Rezzalo)
Dovrete organizzarvi al meglio per dormire, l’Alpe di Profa non ha strutture che possono ospitare quindi valutate il fatto di portarvi una tenda e tutto il necessario per la notte.
L’acqua è bene o male sempre presente, nel momento in cui trovate sorgenti, fontane o altre fonti di acqua riempite le vostre borracce e non avrete problemi.
Ultimo ma non meno importante tenetevi una cartina della zona con voi vi permetterà di apprezzare meglio e capire la vostra posizione sul territorio che state esplorando permettendovi di valutare e rendere più piacevole il vostro trekking!
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Itinerario svolto in data: 18 Settembre 2020
Partenza Itinerario: Santa Caterina di Valfurva
Località/Valle: Val di Gavia
Catena Montuosa: Alpi Retiche
Cartina: Ingenia “Parco Nazionale dello Stelvio””
Quota di partenza: 1730 mslm
Dislivello: 1550 metri circa
Sviluppo: 23Km circa
Punti d’appoggio: Rifugio La Baita in Val Rezzalo
Dove pernottare: Nei pressi di Profa Alta
Acqua sul sentiero: Fino in Val Rezzalo acqua e torrenti
Itinerario svolto in data: 19 Settembre 2020
Partenza Itinerario: Profa Alta
Località/Valle: Valtellina
Catena Montuosa: Alpi Retiche
Cartina: Ingenia “Parco Nazionale dello Stelvio”
Quota di partenza: 2032 mslm
Dislivello: 890 metri circa
Sviluppo: 15 km circa
Punti d’appoggio: Alpe di Profa
Acqua sul sentiero: Fino all’Alpe di Profa e ai Bei Laghetti.
Questo post è stato modificato 13 Aprile 2021 19:37