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Il Lugo comune (Canis lupus) lo conosciamo tutti perché fin da piccoli ci vengono raccontate storielle (Cappuccetto Rosso) o ci vengono limitate azioni e comportamenti in nome “guarda che arriva il lupo cattivo che mangia i bambini”.
Quanto ha condizionato la vita del Lupo questi “modo di fare” che han toccato l’infanzia di un po tutti noi? A mio avviso moltissimo andando a creare nell’immaginario collettivo che il lupo è un animale cattivo, pericoloso per l’uomo e aggressivo.
Vediamo se leggendo queste mie parole si riesce ad cambiare anche minimamente la percezione di questa straordinaria specie della famiglia dei Canidi.
Il Lupo e il territorio nazionale, dove vive?
Possiamo dire per certo che sarà impossibile o gran difficile incontrare il Lupo sulle alpi centrali o quelle orientali, quindi se vorrete fare un’escursione alla ricerca del lupo dovrete concentrare la vostra attenzione sulle alpi occidentali dell’alta Val d’Aosta e del Piemonte per poi discendere e seguire la dorsale appenninica fino in Calabria.
In Italia la presenza del lupo in base all’ultimo censimento in Italia è stimata a circa 2000 esemplari dei quali 300 popolano le Alpi, in particolar modo quelle piemontesi (Fonte: Piemonte Parchi) i restanti esemplari popolano l’Appenino con l’aggiunta di alcuni territori collinari di Toscana, Lazio e Umbria.
Ritrae un individuo in un tipico atteggiamento di dominanza con la coda alzata e lo sguardo dritto verso il fotografo
Se siete lombardi e volete avvistare un lupo non dovrete dirigervi a nord verso le Alpi Orobiche ma puntare verso Sud Ovest nel territorio della provincia di Pavia dove nell’Appennino Settentrionale sono in costante aumento avvistamenti di Canis Lupus.
I branchi di lupi si possono trovare a quote che si aggirano attorno agli 800 mslm, caratterizzati da un ambiente composto da pascoli e da boschi dove la presenza di ungulati e animali bovini allevati allo stato brado favoriscono la presenza del lupo.
Cosa mangia il Lupo? Carne e ancora carne!
Questo canide, che appartenendo all’ordine dei carnivori ha sviluppato una dentatura specifica si nutre di carne e per fare ciò si dedica moltissimo alla predazione. Nel suo habitat naturale dove la presenza di ungulati è in equilibrio con l’ambiente circostante il Lupo caccia preferibilmente cervi, caprioli, camosci e cinghiali.
Lo stambecco viene difficilmente preso in considerazione per il semplice fatto che si difende dagli attacchi rifugiandosi in zone ripide e rocciose impervie da raggiungere anche dai branchi più agili.
Se l’equilibrio alimentare scarseggia o comunque la presenza di grandi e medi ungulati non soddisfa il fabbisogno alimentare allo il lupo concentra la sua caccia anche a marmotte, lepri, conigli selvatici, e volpi.
Per completare la sua dieta il lupo si nutre anche di frutti, insetti, anfibi e uccelli e in alcune circostanze per migliorare la digestione anche di erba.
L’attacco a greggi di pecore o capre avviene in particolari condizioni di assenza di animali selvatici. L’istinto di sopravvivenza può spingere quindi branchi di lupi ad entrare in territorio con presenza di essere umani che in protezioni del bestiame possono dar vita ad una vera caccia armata di doppiette…
Lupo solitario o branchi di lupi?
Il lupo è caratterizzato da una vita sociale organizzata in un branco nel quale solitamente appartengono gli stessi membri del nucleo familiare al quale possono “aggregarsi” lupi solitari.
All’interno del branco la gerarchia e i ruoli son ben definiti, la coppia alfa è quella che dirige e “comanda” le azioni da prendere che siano di caccia, difesa o di spostamento alla scoperta di nuovi territori. A seguire la coppia alfa quindi solitamente si trovano lupi di un anno e i cuccioli dell’ultima gravidanza.
La vita in branco risulta essere estremamente vantaggiosa per i lupi sopratutto in determinati periodi dell’anno dove l’unione può fare forza e dare maggiore protezione ai cuccioli o agli anziani. Inoltre la vita di branco permette di ottimizzare la caccia e la gestione del cibo.
Il branco comunica al suo interno per mezzo di espressioni facciali, verbali e con lo sguardo. Tutti questi veicoli comunicativi permettono di mantenere una gerarchia all’interno del branco stesso.
Le uniche condizioni che possono portare alla disgregazione del branco sono dovute ad:
- perdita di un individuo dominate con conseguente rottura della coppia alfa;
- scarsità di cibo che può compromettere le condizioni di equilibrio e dar vita ad aggressività interne.
Il difficile rapporto di convivenza tra Lupo e Uomo.
Il titolo che ho voluto dare a questo post parla chiaro, il lupo o lo ami o lo odi e purtroppo la condizione di amore od odio nasce dal territorio, dal ruolo sociale e dall’intelligenza di ognuno di noi.
Il lupo è scomparso dall’arco alpino da oltre un secolo e la sua presenza era limitata al territorio abruzzese che è riuscita lentamente a spostarsi e ad aumentare di numero fuggendo così alla carneficina di individui adulti dovuta agli abbattimenti illegali dovuti alla protezione delle greggi e del bestiame.
Fortunatamente grazie ad azioni di protezione e al lento abbandono delle montagne il lupo è riuscito a conquistare il suo habitat naturale. L’assenza di attività umane ha permesso ad ungulati di ripopolarsi e di conseguenza ristabilire l’equilibrio alimentare che non obbliga il lupo a cacciare gli animali al pascolo.
Con questo lento processo gli individui da 100 sono diventati 500/600 dando vita quindi a nuovi branchi che per necessità territoriali hanno iniziato “girovagare” sugli Appennini fino ad arrivare in Liguria, Piemonte e Val d’Aosta.
Nel 2012 si è formata la prima coppia “mista”, grazie all’incontro tra Giulietta (ceppo italico in dispersione dalle Alpi Occidentali) e Slavc (ceppo Dinarico-Balcanico proveniente dalla Slovenia). L’incontro della coppia alfa è avvenuto nel Veronese (Parco della Lessinia) e da allora, la coppia ha dato alla luce almeno 26 cuccioli!
Da notare quindi come sia ancora una volta l’azione dell’uomo con il bracconaggio di ungulati a rompere la catena alimentare del lupo che quasi per ripicca si trova costretto ad attaccare animali domestici come capre e pecore.
Basterebbe introdurre quindi un numero controllato di ungulati nei territori dove è certa la presenza del lupo in questo modo si potrebbero ridurre notevolmente gli attacchi agli animali domestici sopra indicati.
Un grazie ad Andrea Avagnina che ha risposto alla mia domanda di foto inviandomi alcuni scatti fatti in Piemonte.
Andrea è un veterinario ATS che presta servizio volontario presso un Centro Recupero Animali Selvatici all’interno delle valli di confine tra la provincia di Cuneo e la Francia; seguite il suo profilo Instagram per vedere altri bellissimi scatti
Questo post è stato modificato 31 Marzo 2020 09:23